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Breve storia dell'Ucraina |
Formazione del paese

La prima unificazione del territorio risale all'invasione di un popolo scandinavo. Alla fine del IX secolo, dalle popolazioni diverse che abitavano nel territorio di Ucraina si formò un regno, la cui estensione andava dalle rive del Volga al Danubio fino al Mar Baltico. Kyiv, la capitale di questo regno, divenne un punto di passaggio obbligato del commercio lungo il Dnipro, tra il Baltico e il Mar Nero. Il principe Oleg per primo organizzò l’esercito ucraino, fece grandi conquiste e firmò il patto di pace con Costantinopoli. Un importante ruolo culturale ebbe il Battesimo in rito bizantino dell’Ucraina nel 988 in Kyiv. Il cristianesimo unificò il paese e alzò il suo livello culturale che così poteva far parte della comunità degli stati europei. Iniziò così un periodo di forte influenza bizantina sulla cultura del regno. Attenzione particolare si dedicava allo sviluppo dello stato, alla cultura ed istruzione. In questo tempo furono fondate le prime scuole presso le chiese, nei monasteri si copiavano i libri in scrittura cirillica che provenne dall’alfabeto antico-bulgaro. Kyiv strinse patti di mercato libero con molti paesi europei come Grecia, Italia, Ungheria e Prussia.
La parte occidentale dell’Ucraina, il principato di Galych-Volyn con centro Lviv, fu infatti di più influenzata dalla cultura di altri paesi europei occidentali. Il popolo di Galych-Volyn era animato da grande patriottismo e conoscenza dell’importanza della cultura e della organizzazione, la quale per i cittadini significava il potere statale del solo principe. Ma il principato fu indebolito dalle lotte continue per il potere tra i principi e i loro consiglieri, boiardi.
Il primo stato ucraino fu distrutto dalle lotte interne e, in seguito, dall’impoverimento dei cittadini, e dalle discordie dei principi, come succedeva spesso nella storia ucraina. Il principato settentrionale Novgorod si staccò dal Kyiv, il popolo si mischiò con i finlandesi e i popoli asiatici, perdette la sua cultura autentica, e formò lo stato Moscovia che poi venne chiamato Russia. Il principato di Kyiv, indebolito dalle lotte con Novgorod, venne conquistato e distrutto dai Tartari nel 1238. Invece l’ultimo principe di Galych-Volyn – Yuriy II – venne avvelenato dai suoi consiglieri che volevano estendere i loro diritti e nel 1340 il principato occidentale crollò, passando sotto dominio polacco. Da questo periodo e fino al XX secolo il popolo ucraino divenne nazione senza lo stato organizzato, facendo parte di tanti altri paesi.
Periodo dei cosacchi

Lo stato cosacco ebbe il maggior sviluppo nel 1648 con il capo Bogdan Chmelnyckyj, il quale, essendo diplomatico e ben istruito, organizzò una rivolta contro il potere polacco, riconquistando alcune terre occidentali ucraine e firmando la pace con la Polonia. Però la Polonia non mantenne l’accordo, facendo guerre continue, per le quali il popolo ucraino non aveva più forze. La frontiera cambiava spesso, tante città e villaggi vennero distrutti. Nel 1654 trovandosi tra i due avversari – polacchi e i turchi – Chmelnyckyj firmò il trattato di alleanza (Trattato di Perejaslav) con la Russia zarista, la quale pure era spesso in guerra con Polonia. Ma presto si capì che la Russia non era un alleato, ma un conquistatore che voleva assimilare Ucraina e trattava il popolo ucraino come i suoi sudditi. Nonostante le promesse di autonomia contenute nel Trattato di Perejaslav, l'elite ucraina e i cosacchi non ricevettero mai le libertà che attendevano dall'Impero Russo. Chmelnyckyj cercò altri alleati (ormai contro la Russia), come la Svezia, ma preoccupandosi del suo errore fatale – l’alleanza con l’Impero Russo – si ammalò e morì senza riuscire a riparare a questo torto. Molti suoi successori cercarono di liberarsi dall’oppressione russa, ma sempre senza successo. L’esercito russo era più numeroso, anche lo zar si impegnava di rovinare Ucraina con la forza, con la corruzione – anche in ambito religioso – e con l’introduzione della cultura russa che era estranea al popolo ucraino, il quale con la sua mentalità era abituato al potere democratico, e non al quello monarchico.
Nel 1775 Caterina II distrusse completamente lo stato cosacco, i capi dell’esercito finirono in galera, altri scapparono al delta di Danubio nelle terre della Turchia che ormai guardava i cosacchi come possibili alleati contro la Russia. Questo periodo nella storia viene chiamato “la rovina” e il popolo ucraino di nuovo rimase privo di un suo stato.
XIX-XX secolo

Invece nell’Ucraina orientale si affermò il potere della Russia, la quale cercava di sradicare ogni traccia di tutto ciò che fosse ucraino. Nel 1876 uscì il decreto che vietava ogni manifestazione in lingua ucraina. Il governo zarista cercò di convincere il popolo che la lingua ucraina non esisteva, ma fosse solo un dialetto della lingua russa, un linguaggio di contadini e non di scienza e di letteratura; dichiarava a tutto il mondo che l’Ucraina è solo una regione della Russia. Anche il nome di Ucraina non si poteva nominare, fu cambiato a “Malorossia”, cioè “Piccola Russia”. L’intellighenzia fu spedita in carcere o nelle lontane regioni della Russia, invece molti russi furono trasferiti in Ucraina. Questa nazione eterogenea certo non era ispirata al patriottismo e all’idea dell’indipendenza.
Tuttavia, gli ucraini non perdevano la speranza di realizzare il loro desiderio dell’indipendenza. Nel 1917, dopo la rivoluzione russa, lo zar Nicola II abdicò al trono, invece l’impero Austro-Ungarico crollò. A Kyiv si formò il Consiglio Centrale con il presidente Hruscevskij che nel gennaio del 1918 dichiarò l’Ucraina una repubblica. Però era difficile mettere in ordine il paese, distrutto dalla rivoluzione. I contadini, poco istruiti, non volevano altro che ottenere le terre, i lavoratori vennero influenzati dalle idee dei bolscevichi che presero il potere nella Russia. L’intellighenzia si divise in parecchi partiti, ognuno dei quali voleva guidare la politica ucraina. Perciò, nonostante tutti gli sforzi e l’alleanza con la Germania e l’Austria, il vertice dello stato ucraino fu troppo debole nella lotta contro l'invasione della Russia bolscevica. Alla fine, secondo il Trattato di pace di Riga nel 1921, la Galizia e alcune altre regioni occidentali passarono sotto il potere della Polonia, la Bukovina fece parte della Romania, la Transcarpazia diventò il territorio ceco e la parte orientale finì sotto la Russia bolscevica.
È un frammento della mia tesi "Le opere di Goethe nelle traduzioni e interpretazioni ucraine".
È vietato copiare senza riferimento al sito
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Bibliografia
www.fondazioneaffido.it/public/Ucraina.doc
Крип'якевич І., Історія України, вид-во Шкільної ради, Нью Йорк 1959
www.fondazioneaffido.it/public/Ucraina.doc
Крип'якевич І., Історія України, вид-во Шкільної ради, Нью Йорк 1959
09 лис 2012 о 19:57
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